Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Tecnocasa, la disponibilità alla spesa per l’acquisto di una casa in Puglia, nella maggioranza dei casi, non supera i 250 mila euro. Un dato confermato dagli addetti ai lavori e dagli operatori del mercato immobiliare. Nicola Bonerba, presidente Ance Puglia, precisa: “Non è solo una questione economica ma anche sociale, considerando che i nuclei famigliari sono meno numerosi”. Gigi Foresio, presidente della Fimaa Bari, pone il tema dell’accesso al credito e delle preferenze degli acquirenti post pandemia: “Con l’aumento dei tassi lievitano le rate dei mutui ma bisogna anche pensare che nelle case, ormai, servono anche spazi per ufficio, didattica e palestra”.

A guidare la classifica pugliese sotto la soglia dei 119 mila euro di disponibilità di spesa per l’acquisto di una casa è Taranto con l’80%. Un ulteriore 17,5%, poi, arriva ad una disponibilità fino a 169 mila, poi il crollo, con il solo 2,1% fino a 250 mila euro, seguiti da una serie di zero virgola per cifre superiori.

Bari conferma un mercato un po’ più regolare. Il 35,3% dei potenziali acquirenti dichiara una disponibilità alla spesa inferiore ai 119 mila euro, il 24,7% fino a 169 mila e il 28% fino a 250 mila. I dati più alti della regione per i tagli superiori, con il 9,8% fino a 350 mila e il 2,2% per cifre superiori. Sono i numeri più importanti forniti dal report dell’Ufficio Studi di Tecnocasa, riferiti al primo semestre 2022, per quel che riguarda la disponibilità alla spesa degli acquirenti di una casa. In pratica, è quanto sanno di poter spendere coloro che stanno cercando una casa da acquistare, magari perchè sono già andati in banca a verificare quanto possono ottenere con un mutuo.

Il presidente di Ance Puglia, Nicola Bonerba, conferma l’andamento del mercato e aggiunge: “Andremo sempre più verso tagli da trevani e al di sotto dei 250 mila euro di spesa ma non solo per ragioni economiche. Bisogna considerare, infatti, che la nostra società è cambiata e che i nuclei famigliari si stanno riducendo nel numero di membri, nella maggioranza dei casi arrivano al massimo a tre componenti. Ancora, può capitare che questi nuclei si riducano ulteriormente nel corso degli anni, magari quando i figli diventano grandi e vanno a studiare o lavorare fuori”. Sono effetti che si ritrovano anche nelle nuove tipologia di acquirenti come sottolinea ancora Bonerba: “Single, genitori separati o anziani, sono persone che non hanno più bisogno di grandi spazi. Poi, certo, ci sono coloro che acquistano per investimento e, quindi, cercano tagli che possano facilmente essere locati sul mercato”. Poi una considerazione finale: “La vera sfida per noi costruttori sarà garantire prezzi di mercato mantenendo alta la qualità e provando a fronteggiare i clamorosi aumenti sui costi di produzione ai quali siamo costretti“.

Pone l’accento sul tema dell’accesso al credito il presidente della Fimaa Bari, Gigi Foresio: “Con l’aumento dei tassi le rate lievitano e diventa più difficile ottenere un mutuo. Questo produce effetti sul mercato immobiliare con un aumento della richiesta di case in locazione e con una spinta ad investire nell’acquisto come forma di rendita e non per necessità abitativa. La criticità, neanche a dirlo, è maggiore per i giovani che, giustamente, vogliono cominciare la loro vita autonoma dalla famiglia di provenienza”. Tuttavia, il mercato immobiliare regge anche se mancano alcune categorie di acquirenti rispetto al passato. Riporta ancora il presidente degli agenti immobiliari baresi:Sono venuti meno commercianti e piccoli imprenditori mentre i professionisti sono quelli che ancora resistono e riescono a fare anche acquisti immobiliari per forma di investimento e non solo per andarci a vivere o fare studio. Il mercato quindi regge perchè, tutto sommato, regge l’economia ma non c’è dubbio che un’economia locale spaventata dal futuro, o per meglio dire da come viene dipinto, possa scegliere di puntare su budget inferiori”.

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By Gennaro Del Core

Comunicatore e giornalista

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