Una città a misura d’uomo è la scelta preferita da sempre più italiani, lo testimoniano anche i tempi di vendita delle case e l’apprezzamento del loro valore immobiliare. La pandemia ha lasciato eredità anche positive come la maggiore attenzione alla qualità della vita e, di conseguenza, ha apportato variazioni ai drive di scelta di molti acquirenti. Non è solo una questione di smart working ma di servizi fuori e dentro le quattro mura in grado di garantire maggiore benessere alle persone.

L’idea di una “Città dei 15 minuti” nasce negli Stati Uniti un secolo fa, quando le grandi città stavano evolvendo in metropoli e nasceva l’esigenza di regolamentarne gli sviluppi, dal punto di vista urbanistico.

Un concetto ripreso ancora ai giorni nostri anche da urbanisti del calibro di Carlos Moreno o da politici come la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, per disegnare e realizzare un luogo che metta al centro le persone.

Una città dove sia possibile accedere ai servizi più importanti nell’arco di 15 minuti partendo dalla propria casa, da quelli comunali alla possibilità di fare la spesa, senza dover ricorrere ad auto o senza dover compiere chissà quali spostamenti.

Nell’ottica della città dei 15 minuti arrivano i dati dell’Ufficio Studi di Tecnocasa che hanno analizzato le compravendite del secondo semestre 2022 e che riportano risultati significativi.

Le analisi condotte dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa evidenziano ancora trend positivi per il
mercato immobiliare italiano, nella seconda parte del 2022, nonostante i primi segnali di
cambiamento dovuti a una maggiore prudenza da parte dei potenziali acquirenti.
La casa conferma,
in ogni caso, la sua capacità di attrarre i risparmiatori che intendono preservare i capitali
dall’inflazione.

Nel secondo semestre del 2022 i prezzi delle case nei capoluoghi di provincia hanno messo a segno
una crescita dello 0,6%
, leggermente più contenuta rispetto a quanto avvenuto nella prima parte
dell’anno. Le grandi città hanno chiuso con un aumento dell’1,8% mentre l’hinterland delle grandi
città ha chiuso con una crescita dell’1,1%. Tra i capoluoghi di provincia si segnalano alcune realtà
decisamente positive. Infaƫti, c’è ancora un apprezzamento dei capoluoghi a misura d’uomo e con
una buona qualità di vita (aree verdi, servizi per le famiglie, vicinanza alle metropoli).

Tra le realtà di piccole dimensioni più interessanti, dal punto di vista della variazione dei prezzi,
l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa segnala Teramo, che vanta anche l’università e, per questo motivo,
è oggetto di investimento per mettere a reddito o di acquisto da parte di genitori di studenti
universitari.

Nei primi cinque posti della classifica stilata da Tecnocasa ci sono ben due capoluoghi dell’Emilia Romagna, Parma e Reggio Emilia, spesso citate tra le città in cui la qualità di vita è migliore. Anche
in questo caso parliamo di due realtà universitarie con una buona componente di investimento. A
Reggio poi sono anche in corso interventi di riqualificazione e miglioramento della cittadina.

Rispetto a un anno fa, alcune realtà hanno confermato avere un buon andamento, Monza è una di
queste la cui crescita resiste. La cittadina brianzola ha dalla sua parte la vicinanza a Milano tanto che
dal capoluogo lombardo si trasferiscono nella cittadina brianzola che in futuro potrà beneficiare
anche della metropolitana e di numerosi progetti di riqualificazione in corso.

Tempi di vendita delle case nelle città a misura d’uomo.

Un altro indice interessante per capire qual è lo stato di salute del mercato immobiliare sono i tempi
di vendita, ovvero quanto tempo occorre per collocare con successo la casa sul mercato. I tempi di
vendita diminuiscono in tutte le realtà territoriali. Ancora una volta il mercato immobiliare si
dimostra veloce e dinamico
come c’era da aspettarsi alla luce della domanda vivace e dell’offerta in
diminuzione.

Nelle grandi città si è arrivati a 104 giorni, minimo storico toccato negli ultimi dieci anni. Nei capoluoghi di provincia chi decide di vendere casa deve mettere in conto mediamente 130 giorni, meno di quanto ne avrebbe impiegato un anno fa, quando ne occorrevano 138. C’è stata quindi una contrazione di 8 giorni che ha fatto in modo che anche nei capoluoghi di provincia si raggiungessero i livelli minimi degli ultimi dieci anni.

La cittadina con i tempi più brevi è Pisa con 68 giorni. Seguono Vicenza con 73 giorni, Modena con Cagliari e Parma con 89 giorni. In coda Livorno con 91 giorni.

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By Gennaro Del Core

Comunicatore e giornalista

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