Si è tenuto questa mattina a Bari, nella sede dell’Ordine degli Ingegneri, il seminario dal titolo “Abitare Green”, incentrato su una visione più ampia del concetto stesso dell’abitare sostenibile. L’iniziativa, grazie alla presenza di rappresentanti delle diverse categorie, da quelle accademiche a quelle professionali e imprenditoriali, è stata utile anche per fare il punto sulle relazioni fra i diversi protagonisti della filiera del costruito.

Abitare green oggi non vuol dire limitarsi agli ambienti di un’unità abitativa o di un edifico singolo, avulso dal contesto nel quale si trova. E’ il concetto di partenza dal quale è iniziata la discussione fra addetti ai lavori al seminario organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Bari, questa mattina nella sede Oiba in viale Japigia.

Ad aprire il dibattito il presidente degli ingegneri baresi, il professor Umberto Fratino: “Comincia oggi un percorso per crescere insieme, per l’Ordine e per tutti gli altri protagonisti del comparto. Una società profondamente diversa che sta mutando velocemente, non solo per la digitalizzazione ma perché stanno cambiando alcune figure di riferimento. Il Piano Marshall aveva un terzo delle risorse del Pnrr eppure ha permesso grandi cose. È importante che le competenze tornino a sedersi ai tavoli dove si prendono le decisioni. Dobbiamo fare quadrato e non lagnarci e per farlo dobbiamo rinvigorire le relazioni con gli altri, con le istituzioni, l’università e le imprese. Non abbiamo molto da offrire al sistema se non la nostra competenza. Dobbiamo essere più visibili e riavvicinare i mondi della formazione, delle professioni e delle imprese. Oiba può e vuole essere spazio di incontri e confronto tra le parti – ha concluso il presidente Fratino -, dove esigenze e bisogni possano trovare casa e soprattutto risposte”.

Il professor Leonardo Damiani, direttore del dipartimento di Ingegneri civile al Politecnico di Bari, ha affermato: “Questo momento di formazione è significativo perché il nostro dipartimento deve essere sempre più vicino alla professione, soprattutto in questo momento difficile. La figura professionale ha perso appeal, i nostri corsi hanno perso iscritti. Un momento in cui la società crede meno nelle competenze dell’ingegnere e dobbiamo fare quadrato per superare la criticità. Non è un problema della categoria ma sociale e di tutti. Queste sinergie tra protagonisti della filiera ci consentiranno di rispondere adeguatamente alle difficoltà”.

Valeria Monno, docente di Tecnica e Pianificazione urbanistica al Politecnico di Bari e promotrice dell’incontro, ha spiegato le ragioni e le necessità dell’iniziativa, sin dall’individuazione del titolo: “Abbiamo intitolato questo appuntamento Abitare Green e non edilizia green o altro ancora green. Abbiamo deciso il titolo perché siamo in piena transizione e molte diciture sembrano solo slogan. Abitare è un concetto relazionale, come tecnici non possiamo dissociarci dai luoghi dove operiamo, ai quali diamo significato. Abitare green punta a un orizzonte nel quale si costruisca una relazione tra sistemi antropici e naturali. Oiba e Ance possono essere protagonisti di un cambiamento nel rapporto con l’università, trasformando la governance in un dialogo concreto, tra soggetti che devono prendersi cura del territorio. Come docente di ingegneria edile devo guardare la figura dell’ingegnere, che torni a riprendersi il tema dell’Abitare green, che non può essere relegato solo a forma perché invece è sostanza. Mi auguro che questo sia il primo di tanti seminari, per aprire un dialogo, non per costruire governance ma interazioni. Potremmo attivare tavoli – conclude Monno – per formulare proposte e per avvicinare gli studenti”.

Nicola Bonerba, ingegnere e presidente Ance Puglia, non si sottrae al dibattito e mette in chiaro che servono realtà imprenditoriali sempre più all’altezza del momento: “Oggi è più facile aggiudicarsi un lavoro che portarlo a termine. Sul tema dell’abitare green va detto che la sostenibilità non può essere solo in via e ambientale ma anche sociale ed economica. Ance propone una guida di 8 punti in chiave di innovazione e organizzazione nel costruire per conseguire una certificazione da parte delle imprese. Bisogna offrire alla PA uno scenario di imprese valide e qualificate. Nelle imprese le competenze saranno sempre più ricercate e saranno sempre più valore aggiunto per le stesse. La direttiva europea sulle classi energetiche delinea una cornice di obiettivi davvero ambiziosi. Il Superbonus non ha visto protagonisti chi ne aveva più bisogno ovvero i condomini. Secondo i nostri dati sono milioni gli edifici non in linea con la direttiva, bisognerà intervenire su due case su tre. Certo, si è diffusa una certa cultura che intervenire sul costruito riduce i costi e migliora l’ambiente che viviamo. Di conseguenza, il mercato immobiliare è cambiato, avere un immobile non ammodernato significa svalutarne il valore economico. Il settore delle costruzioni ha fatto passi avanti ma in termini di digitalizzazione è ancora indietro. Serve una gestione integrata dell’intero processo, non solo nella fase progettuale. Fare rete anche con i fornitori locali può essere un valore aggiunto, soprattutto nell’ottica delle gare pubbliche degli enti del territorio. Come associazione ci poniamo al fianco degli imprenditori più lungimiranti e siamo pronti ad accompagnarli, insieme a Formedil e Università, per migliorare anche la formazione. Stare insieme oggi è vitale. Le imprese oggi possono essere una palestra per i professionisti. I nostri cantieri sono disponibili, anche grazie a manifestazioni come i cantieri eventi. Ne abbiamo già fatto tanti, trasformando un momento di impatto, come un cantiere, in un momento di bellezza. Serve un impegno corale, dalla Regione, paghiamo ancora i disastri del Piano Casa con permessi di costruire ancora fermi, alle imprese, agli accademici fino ai professionisti”.

Interessante anche l’intervento della professoressa Angela Barbanente, già vicepresidente della Regione Puglia e assessora all’Urbanistica con Vendola, che sottolinea: “Bisogna uscire dalla logica che per migliorare un edificio serva aspettare un bonus e, magari, non proprio uno qualsiasi ma al 110%. L’Italia è uno dei Paesi con il maggior risparmio economico privato quindi non ha necessità, in termini generali, di aspettare un’agevolazione ultra favorevole”.

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By Gennaro Del Core

Comunicatore e giornalista

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